Home Arte Picasso e la modernità spagnola: è possibile stupirsi ancora?

Picasso e la modernità spagnola: è possibile stupirsi ancora?

[rating=3] Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno María de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Mártir Patricio Clito Ruiz y Picasso: tanti nomi per un solo grande maestro, uno dei più grandi della pittura del XX secolo, presente ovunque “come lo Spirito Santo”, icona osannata in tutte le vesti, dai mezzi mediatici alla moda.

Ma è sempre possibile aggiungere qualcosa di nuovo ad un personaggio così noto?

Questo è il principale interrogativo che si è posto Eugenio Carmona curatore della mostra Picasso e la modernità spagnola che si inaugurerà a Palazzo Strozzi a Firenze dal 20 settembre 2014 al 25 gennaio 2015.

“Cosa dire allora di Picasso? La verità” dichiara Carmona, andaluso come Pablo Picasso e di Picasso uno dei massimi esperti al mondo, professore di Storia dell’arte all’Università di Malaga, membro de los patronatos del Museos Patio Herreriano di Valladolid, del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e della Comisión Andaluza de Museos. “Picasso era un artista diverso, continuamente proteso alla ricerca del nuovo, ricordando costantemente l’antico (…)”. Ecco allora in mostra “Un Picasso diverso, presentato attraverso opere particolari”, come sottolinea Carmona.

Una rassegna di 90 opere particolari, dunque, provenienti dalla collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, con una sala d’eccellenza Verso Guernica, che ospita i disegni, le incisioni e i dipinti preparatori di Picasso per il grande capolavoro Guernica (1937), mai esposti in numero così elevato fuori dalla Spagna: un piccolo gioiello da non perdere per chi non ha visitato dal vivo il Museo Reina Sofía.

Alfonso Ponce de León (Malaga 1906-Madrid 1936) Giovani e pescatore 1936, olio su tela, cm 90 x 73. Collezione del Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid, AS00746

Un viaggio attraverso una selezione di opere del grande maestro, messe a confronto con importanti artisti spagnoli come Joan Miró, Salvador Dalí, Juan Gris, Maria Blanchard, Julio González: tra le opere esposte capolavori come Testa di donna (1910), Ritratto di Dora Maar (1939) e Il pittore e la modella (1963) di Picasso, inoltre Siurana, il sentiero (1917) e Figura e uccello nella notte (1945) di Miró, Arlecchino (1927) di Dalí, per citare i più famosi.

Un periodo cronologico dall’ampiezza inusuale per questo tipo di mostre, compreso tra il 1910 e il 1963, teso a esplorare i rapporti tra arte e società nelle esperienze spagnole del moderno, tra le quali coesistettero diversi valori estetici e plastici, diverse geografie e diverse cronologie, intese come tempi della realizzazione artistica. Si parte dal 1910, anno del soggiorno di Picasso a Cadaqués, dove coincisero la geografia spagnola, ovvero catalana, e la piena definizione del Cubismo come pittura pura. Si conclude con il 1963, quando i ruoli di Mirò e Picasso cambiarono drasticamente: “Mirò divenne l’artista più influente tra gli innovatori spagnoli e Picasso si convertì in un mito vivente”.

Vademecum per la mostra: assolutamente da ricordare le numerose correnti artistiche del novecento, come sottolinea la sovrintendente Cristina Acidini. “Picasso e i suoi contemporanei hanno succhiato energie profonde dalle culture mediterranee ed europee reinventandole in opere d’arte”. Un substrato culturale profondo ha mosso la modernità spagnola, una ricerca spregiudicata ed innovativa.

Al centro il Mostro e la Tragedia, attraverso figure senza tempo come il Minotauro e il Cavallo: un mostruoso e tragico sintesi di un potente incontro tra la cultura spagnola e la psicologia dell’uomo contemporaneo.

Fil rouge il processo creativo che anima L’artista e la modella di Picasso nelle due versioni che aprono e chiudono l’esposizione, che celebra Picasso, in un anno speciale che vede anche la riapertura del Museo Picasso a Parigi, il prossimo 25 ottobre, giorno del compleanno dell’artista.

Una mostra che nasce con l’intento di stupire ancora, ma che forse, per i veri cultori di Picasso, lascerà un po’ di amaro in bocca con le sue grandi sale dall’aspetto essenziale ed un’installazione meno ricercata del solito (il ricordo della retrospettiva italiana di due anni fa a Palazzo Reale a Milano è ancora vivo nella sua grandezza).

Concludo con un evento da segnarsi in agenda per il 2015, il biopic su Picasso “33 Dias”, con Antonio Banderas, Gwyneth Paltrow e la regia di Carlos Saura, incentrato sui 33 giorni che segnarono la complessa creazione di Guernica: per una celebrazione a 360° del grande artista.

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