Home Arte Spillovers: la materia che tracima e si rigenera

Spillovers: la materia che tracima e si rigenera

Al Corner MAXXI di Roma fino al 27 novembre le opere ibride tra organico e inorganico di Chris Soal

Spillovers al MAXXI: Chris Soal a cura di Cesare Biasini Selvaggi ph Olivia Rainaldi

C’è come una pulsazione vitale che attraversa la materia nelle opere di Chris Soal, giovane artista sudafricano classe 1994, protagonista della mostra “Spillovers: Notes on a Phenomenological Ecology”, curata da Cesare Biasini Selvaggi e ospitata al Corner MAXXI di Roma fino al 27 novembre.
Prodotta dalla Fondazione D’ARC in collaborazione con Piero Atchugarry Gallery e Montoro12 Gallery, questa esposizione di opere site-specific segna la prima personale dell’artista in Italia e raccoglie dieci anni di ricerca in un percorso che trasforma lo spazio espositivo quasi in un organismo sensibile.

Tappi di bottiglia, stuzzicadenti, cemento, carta vetrata: frammenti di un consumo ordinario che Soal ricompone in un linguaggio nuovo, denso di vibrazioni vitali. Ciò che nasce come scarto di produzione acquista l’aspetto di tessuto organico, pelle, struttura cellulare. Non è semplice riuso, ma metamorfosi: la materia abbandona la propria funzione e acquisisce una nuova identità. I tappi intrecciati si trasformano in grovigli vegetali o animali, gli stuzzicadenti in superfici porose e pulsanti, la carta vetrata in stratificazioni che ricordano concrezioni geologiche. Ogni opera è un piccolo ecosistema che cresce nello spazio, richiedendo al visitatore di cambiare prospettiva per coglierne la natura profonda.

La percezione muta con la distanza, in una sorta di camouflage percettivo: ciò che da lontano sembra spugna, vello o calcare marino, da vicino rivela i reali materiali di cui è composto e la precisione quasi ossessiva del gesto manuale che li ha assemblati. In questa oscillazione tra naturale e artificiale, tra organico e inorganico, emerge il nucleo poetico del lavoro di Soal: un equilibrio fragile tra inquietudine e serenità. Inquietudine per la vitalità ambigua e imprevedibile della materia e serenità per la possibilità, sempre presente, di una rigenerazione.

Spillovers al MAXXI: Chris Soal a cura di Cesare Biasini Selvaggi ph Olivia Rainaldi
Spillovers al MAXXI: Chris Soal a cura di Cesare Biasini Selvaggi ph Olivia Rainaldi

Il concetto di spillover – “tracimazione” – è la chiave di lettura di questo universo. Come scrive il curatore Cesare Biasini Selvaggi, una “tracimazione vitale della materia e dei significati”, in cui ciò che è marginale o espulso dal sistema produttivo si riversa in un nuovo ciclo di vita. Soal costruisce un paesaggio di forme che nascono da ciò che è stato scartato, un’ecologia poetica dove la perdita diventa energia creativa.

Le opere esposte, dai titoli evocativi come The Deluge, The Transfiguration, The Ascension, Cascade, Torrent o A Paradoxical Proliferation, raccontano fin dai loro nomi la tensione tra corpo e spirito, materia e trascendenza, evocando tanto il caos generativo quanto la catastrofe ecologica. Questo e altri aspetti sono approfonditi nella monografia pubblicata da Silvana Editoriale con testi del curatore Cesare Biasini Selvaggi, di Giuliana Benassi e Alessandro Romanini.

Il legame con il Sudafrica attraversa sottilmente l’intera ricerca dell’artista, radicandosi nella memoria dei luoghi e nella riflessione sociale. Una connessione che si estende oltre i confini geografici, diventando metafora del destino di un intero continente e, più in generale, di tutte le aree di marginalità del pianeta. In questi luoghi di frattura e resilienza, dove la vita continuamente rinasce dalle sue stesse ferite, Soal trova la propria grammatica poetica: una scultura che parla di rinascita, di trasformazione e di quella dignità sommersa che accomuna ogni periferia del mondo. L’impiego di materiali “emarginati” o “espulsi” assume anche un valore politico: il margine come luogo fertile di possibilità. Come afferma ancora Biasini Selvaggi, Soal opera “una riflessione su come scolpire possibilità all’interno delle organizzazioni sociali e creare risposte collettive negli spazi di crisi”. Sviluppando, attraverso la materia, un racconto collettivo di responsabilità ed emancipazione.

Spillovers al MAXXI: Chris Soal a cura di Cesare Biasini Selvaggi ph Olivia Rainaldi

Il sottotitolo Notes on a Phenomenological Ecology aggiunge una dimensione filosofica: la percezione come esperienza viva. Come nella fenomenologia, il senso nasce dall’incontro diretto tra soggetto e oggetto. Le opere di Soal richiedono di avvicinarsi, di cambiare punto di vista, di entrare in relazione con la materia. L’arte diventa così un atto ecologico nel senso più ampio: un modo di abitare il mondo con sguardo rinnovato.

In un’epoca che produce scarti materiali e simbolici, Spillovers suggerisce che il rifiuto può farsi seme di qualcos’altro. Basta cambiare distanza, sguardo, prospettiva. Perché, come sembra dirci Soal, nulla davvero finisce: tutto, anche ciò che crediamo perduto, continua a tracimare verso una nuova forma di vita.

La mostra è visitabile fino al 27 novembre al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, in via Guido Reni 4/a a Roma, presso il Corner MAXXI dal martedì alla domenica con orario 11.00 – 19.00, ultimo ingresso alle 18 (l’ingresso è gratuito). 

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