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Helmut Newton, guardone? “Tutti i fotografi lo sono e se qualcuno lo nega è un idiota”

Si è inaugurata il 6 marzo la mostra su Helmut Newton al Palazzo delle Esposizioni di Roma, su impulso della vedova June Newton. Nudi e non solo. Le foto, indubbiamente epocali e provocatorie, rivoluzionano il ruolo della donna nella società occidentale. Erotismo e morte di confondono nelle immagini lucide della quieta realtà.

Fuori dal Palazzo un cartello bigotto riporta: “Informiamo i visitatori che la mostra Helmut Newton presenta immagini che potrebbero essere inadatte a un pubblico di minori”… siamo a Roma.

Il fotografo, che da bambino osservava la balia spogliarsi, ritrae modelle come Lisa Taylor, Paloma Picasso, Nastassja Kinski. Giochi di ombre oscurano le zone più desiderabili agli occhi dei curiosi, ma si tratta certamente di una minoranza. Il corpo, infatti, diviene protagonista nella sua essenza prima, eppure si ha sempre l’impressione che ci sia qualcos’altro da scoprire. Non è tutto dentro la nudità, anzi, le lunghe gambe delle donne, spesso, mettono soggezione.

In alcune immagini, sembra di scorgere celate scene del crimine, come in Central Park West scattata a New York nel 1977. I forti contrasti dominano la pellicola fotografica accostando manichini e protesi a corpi veri, o smoking a corpi nudi, come in Rue Aubriot, Parigi 1975.

Singolari scatti di donne con animali in pose equivoche, fanno sorgere non pochi dubbi. Tra i soggetti, Andy Warhol immortalato nella stessa posizione di una statua della Madonna fotografata in una chiesa toscana. Labbra di modelle che si sfiorano appena, pose quotidiane, piccoli ritagli di giornata in cui fioriscono corpi più svestiti che nudi, si osservi a questo proposito il dittico Here they come I e Here they come II del 1981.

La mostra durerà fino al 21 luglio, unica pecca: non è stato stampato il catalogo per problemi legati al diritto d’autore, in compenso c’è il formato atlantico con tiratura nominale di 10.000 copie, alla modica cifra di 9.000 euro. Il leggio in alluminio, però, è firmato dall’autore.

Maggiori informazioni: www.palazzoesposizioni.it

 

Noemi Neri: consulenzaletteraria@libero.it

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