Quel che affascina sempre a Parigi, sono i monumenti, siano essi «haussmaniani», dal nome del Barone Haussmann che aprì le grandi arterie, caratteristiche della città nella seconda metà del 19esimo secolo (come l’Opera di Parigi dell’architetto Charles Garnier, 1875, e il cui soffitto è stato dipinto da Marc Chagall nel 1964), o dell’epoca di Luigi XIV (la cupola degli Invalides, dell’architetto Hardouin-Mansart) o, ancora, moderni, come il Centre Georges Pompidou, disegnato dall’architetto genovese Renzo Piano e il Musée des Arts Premiers con il suo giardino, datante dagli anni 2000.
Parigi è un cumulo di architetture, spesso riuscite, tra le quali la Piramide del Louvre (disegnata dall’architetto cinese Pei), o le colonne di Buren (al cuore del Palais Royal), a volte esitanti, come le quattro torri della Grande Biblioteca, a Est di Parigi.
L’ultimo monumento parigino è la notevole Fondazione Louis Vuitton: un progetto che ha impiegato 20 anni ad uscire dalla terra, o piuttosto dal bosco, poiché è situato al limite del Bois de Boulogne e della città di Neuilly sur Seine, chiamata anche il 21esimo arrondissement di Parigi. Lo slogan di questa Fondazione racconta tutta la sua vocazione: la creazione è un viaggio. Si entra in questa barca a vela di vetro, concepita dall’architetto Frank Gehry, allo stesso tempo architetto della Walt Disney Concert Hall a Los Angeles, ma anche della Cinémathèque di Parigi o ancora della Casa che danza a Praga. L’auditorium della Fondazione è alla prua dell’imbarcazione, riparata da immense stive a vetri, aperte su un bacino in dolce pendenza. Si visitano le collezioni (Gerhard Richter, Christian Boltanski…) salendo, di piano in piano, fino a raggiungere le terrazze che dominano la Canopia del Bois de Boulogne e le torri del Quartiere della Défense, ad Ovest di Parigi.
Aperte da novembre 2014, si consiglia di comprare i biglietti in anticipo e di evitare i giorni di affluenza, che sono il sabato e la domenica.
I parigini attendono con una certa impazienza, o a volte un po’ d’ansietà, la trasformazione del cuore di Parigi:
– il gigantesco rinnovamento del quartiere di Les Halles, che si compirà nel 2017,
– il quartiere dell’antico grande magazzino Samaritaine.
Non si può che attendere che il ristorante Kong, disegnato da Philippe Starck, e situato sotto una vetrata bombata, all’ultimo piano in uno degli immobili dell’antico grande magazzino Samaritaine, non si può, dunque, che attendere che questo ristorante preveda ciò che sarà «la nuova Samaritana» con le sue botteghe, il suo hotel di lusso, i suoi asili e i suoi alloggi sociali.
La nuova atmosfera parigina, è anche il «boom» degli hotel a 5 stelle. Non meno di 10 saranno riqualificati da qui al 2020. Certi hanno già aperto o riaperto le loro porte come:
– il Royal Monceau – Raffles,
– il Mandarin Oriental nel cuore di Parigi con il suo patio (cortile interno),
– lo Shangri La, d’ispirazione asiatica, che fu un luogo abitato da Maria Bonaparte,
– la gigantesca Penisola e il suo ristorante, L’uccello Bianco, sotto una vetrata all’ultimo piano con vista sulla Torre Eiffel,
– il Vernet, elegantissimo dalla sua volta a vetri con struttura in stile Torre Eiffel.
Se il prezzo delle camere (e delle suites) è spesso proibitivo per i più, l’accesso al bar, il tempo di una pausa al cuore dell’alveare parigino, è vivamente consigliato!
Altri hotel sono in fase di rinnovo: come il prestigioso Ritz dove visse Coco Chanel, il Crillon, in Place de la Concorde, a meno di cento metri dagli Champs-Élysées o, ancora, l’Hotel Lutetia, uno degli hotel i più distinti di Parigi, nel 6° arrondissement, ad un “salto di pulce” dal giardino del Lussemburgo.
A proposito di «pulci», non si può passare qualche giorno a Parigi senza visitare il Mercato delle Pulci di Saint-Ouen, dove si trovano i Mercati Paul Bert, Serpette, Malassis, e Biron. Vi si troveranno dei punti per conoscitori-rivenditori di mobilia degli anni ’50-’60, specialità dell’alta moda francese (Jacques Fath, Courrèges, Chanel, Dior…) o, ancora, un ebanista, al Mercato Malassis, a fianco di un grande specialista di orologi antichi (da Vacheron Constantin a Patek Philippe passando per Rolex).
Alle Pulci di Saint-Ouen, si può pranzare per una trentina di euro presso Ma Cocotte, un ristorante progettato da…Philippe Starck, ancora lui! Allestito, sia in terrazza, sia sulla grande tavola (faccia alla cucina completamente aperta), sia al piano terra che al primo piano, come un appartamento. Non dimenticare di visitare le toilettes e i loro 2 generosi lavabi.
Un hotel di 350 camere, Le Mob!, aprirà le sue porte alle Pulci di Saint-Ouen in agosto 2016. Sarà disegnato dalla stessa équipe dei creatori del Mamma Shelter, un negozio-hotel riproposto in diverse versioni in molte città del mondo, tra cui Los Angeles e, per la sua versione parigina, disegnato da… sempre Philippe Starck!