Selena in scena canta, declama, balla, altre fanciulle anch’esse vestite di bianco entrano e ballano ed ecco il frate inquisitore qui impersonato da Davide Doro incappucciato la butta a terra e le commina di essere rinchiusa nel carcere e il rogo per stregoneria. Ed ella sì balla con le altre due “compagne al duol nella stessa pena”. Magia, ipnosi, carisma ad alto tasso di catartica interiorità, il balletto delle tre fanciulle e streghe sul brano “We all come from the Goddess” di Lila cantano
Veniamo tutti dalla Dea
E a Lei ritorneremo
Come una goccia di pioggia
Verso l’oceano
ma colui che predica il bene, per loro vuole il rogo, questo il cruccio di Selena, Martina Bernocchi, tacciata dall’inquisizione religiosa di eresia per essere donna, fanciulla che canta, declama, balla.
Selena è l’inno alla luna e le tre fanciulle, ma tante altre non solo quelle in scena, vengono descritte come streghe, ma sono donne e per non essere conformate al comun sentire vengono punite con il carcere, il rogo, un futuro di ceneri ed ecco un altro ipnotico momento coreutico sulla lirica “Has Ended” di Thom Yorke cantano e ballano in un roteare di fiaccole e candele
‘E’ finita’
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Le streghe cantavano tutte
E l’acqua divenne grigia
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Allora l’idiota era solo
Era solo
E l’acqua, ci ha perdonato
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Al loro re burattino danzante
Nel dire che non faremo più questo errore
e l’applauso sgorga per un mistero di incontenibile contemporaneità, in una circostanza mai più che congeniale messo in scena con fascinosa emotività da Angela Ricci. Un’oretta di pura emotività con la ragione sempre in “play”.