Torna in scena dopo 30 anni dalla prima rappresentazione del 1986 “Se devi dire una bugia dilla grossa”, cavallo di battaglia della Ditta Dorelli, Quattrini, Guida, con regia originale di Pietro Garinei nella nuova messa in scena di Luigi Russo. Siamo nella hall del Palace Hotel di Roma, tutto è grigio: una scenografia mastodontica e non ancora del tutto allestita e completa per la prima in corso al Teatro Parioli, donde le attese per l’inizio e i disagi per allestimento tecnico non ancora del tutto collaudato. I coniugi De Mitri aspettano seduti nelle poltroncine all’uopo sul palco, il caffè in ritardo per problemi tecnici e la difficile comprensione con il cameriere cinese il bravo Marco Todisco per tre volte sollecitato ne arrivano sei di tazzine.
Una porta girevole la classica bussola, il bancone, due ascensori e una porta ad ante a molla per gli accessi agli altri ambienti dell’albergo e tutto è pronto. Il Ministro De Mitri o marito o Riccardo, in questa edizione, il grande Antonio Catania attende la distrazione della moglie per prenotare una seconda camera per l’interesse focoso che gli ha ingenerato la collega del governo di opposizione, nonché segretaria della FAO, Susanna Rolandi, ovvero Paola Barale. Non è facile: la vigile, attenta, brillantissima, affascinante, prestante e carica di verve scenica e interpretativa, sempre lei la mitica Paola Quattrini, ha tutto sott’occhio: non resta che affidarsi al suo compagno, al prode e fidatissimo, benché un po’ bislacco Mario Girini. A questi sotto prestanome concordato Pasquale Pasqua, diventato per le attitudini citate Natale Natale, il momento della prenotazione presso il maître d’hotel o Nini Salerno com’è noto eccelso attore di commedia brillante.
Gli spettatori tanti ridono sempre e molto spesso con le lacrime agli occhi per le ilarità che equivoci e le vicende che li creano non cessano mai di susseguirsi, vuoi quando la situazione rocambolesca di suo, aggiunge gli ingressi del dirigente del ministero Liliana Merloni, sempre improvvisi e malcapitati ad arte, vuoi quando arriva Teodoro Rolandi o marito dell’appariscente Susanna, parrucca rossa, occhiali bianchi, modello Lady Gaga, stivaloni ‘paiettati’ e ‘minitubino’, di medesimo colore ‘tiffany’ fluo, corredati di spolverino nero, anch’esso tutto paillettes, chiaro clichè del ruolo richiesto. Nello spettacolo interpretato magistralmente Sebastiano Colla, sarà Ted, con tutto ciò che ne consegue per ambiguità di gag e personaggio nei bagni delle camere, per bella e prestante presenza nell’atrio dell’albergo e un bastone d’appoggio a seguito di caduta sulla neve gli farà ‘buongioco’.
E se la scena è una giostra, la girandola di equivoci, battibecchi e colpi di scena tra battiti di mani, risate a crepapelle, mugolii di compiacimento, culmina dopo due ore e mezza di divertimento, con la grande Paola Quattrini compiaciuta, che a nome della direzione dell’Hotel si scusa per i lavori di allestimento non ancora finiti e assicura che per le prossime repliche sarà tutto perfetto. Ma va bene lo stesso: bellissima serata. Tutti sul palco in un ritmato batter di porte per i saluti e meritati applausi.