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Per questo mi chiamo Giovanni

[rating=2] Gianni Clementi è uno dei più stimati e apprezzati autori teatrali italiani e sul suo talento non si discute. Il fatto che abbia voluto tentare una chiave di lettura “giovane”, destinata cioè ad un pubblico ancora fra i banchi di scuola, di una delle più dolorose vicende del nostro tempo: la parabola umana e professionale di Giovanni Falcone, è un’operazione comunque degna di nota. Ma si sa, quando si parla di mafia e della strage di Capaci è difficile riuscir male, la vicenda resta una ferita aperta dei nostri giorni, un racconto che non si smette di raccontare perché ad ogni nuova declinazione sa offrire spunti diversi di riflessione.

Con queste premesse dir male di uno spettacolo su questo tema sarebbe come “sparare sulla croce rossa”, eppure qualcosina si deve dire, se non altro per non soffocare quella strana sensazione che assale a fine recita. Si tratta di un racconto dedicato ai ragazzi, la mafia spiegata ai bambini e agli adolescenti, il coraggioso percorso di un uomo morto una sola volta, come usava dire lui stesso, piuttosto che tante volte, come accade ai vili, ma ciò che forse è mancato è lo schiaffo al cuore, quella stretta che ci deve prendere quando l’arte incontra la storia, quel sentirsi scomodi nella vellutata poltrona del teatro mentre altrove qualcuno dava la vita in nome di una causa, soprattutto oggi che come amava dire un vecchio prof di filosofia, viviamo un vuoto di ideali veri.

Ecco ai più giovani a volte parliamo con troppa cautela, quando invece in certi ambiti bisognerebbe saperli gettare in media res, fargli rivivere davvero sulla pelle quelle sopraffazioni per cui è stato ignobilmente versato del sangue. Forse questo allestimento è un po’ troppo “soft”, manca quel guizzo, quel brivido che sa ancora scuotere al ricordo dei trecento alle Termopili, del Risorgimento Italiano, della Rivoluzione Francese, quel gesto umano di ribellione verso l’ingiustizia insomma, rimane un po’ ovattato, come a dire sì vabbè Cosa Nostra, si vabbè i picciotti… ma te la sei vista l’ultima di x factor?

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