Forse il vero Kean non toccò mai il suolo della terra da cui vennero, neppur propriamente da Shakespeare stesso, i due amanti più celebri della storia, eppure per un magico gioco del teatro e grazie al talento di un altro dei più grandi attori del suo tempo, un Edmund Ken solcò infine i lidi veronesi. E’ Gigi Proietti a vestirne i panni nel suggestivo scenario del Teatro Romano in seno alla rassegna Estate Teatrale Veronese che lo ha visto protagonista dal 4 al 6 luglio di fronte ad un gremitissimo pubblico. Eccolo allora sullo sfondo dell’Adige e il suo sciabordio d’onde che ci snocciola col la sua voce profonda la parabola esistenziale del più celebre fra gli attori shakespeariani della storia: Edmund Kean appunto, passato dai bassifondi di una Londra crudele che lo reclamava nei panni ingrati dell’Arlecchino fino alle glorie del Drury Lane, celebrato da Coleridge e Byron e poi di nuovo nell’abisso della perdizione, risucchiato dal vizio.

Proietti ce ne restituisce un quadro grottesco, tragico e ridicolo al tempo stesso, un uomo fagocitato dal suo stesso talento e incapace di goderne con equilibrio, come d’altro canto ogni genio creativo che abbia lasciato il segno. Il sipario dunque si apre e si chiude nel suo camerino, con l’immancabile bicchiere di whisky, le amanti, la fragile moglie, troppo devota o troppo poco volgare per incatenare la passione dell’uomo, gli oggetti di scena sparsi qui e lì come reliquie, il racconto soffertissimo della morte del figlio, accompagnata quasi per un beffardo gioco del destino all’improvviso esplodere delle sue glorie d’attore, in barba all’amatissimo Kemble, attore di vecchio stile acclamato dalle folle, che Kean riesce ad eclissare. Ma è solo un barlume di salvezza, l’oblio è già alle porte di quel camerino sempre troppo stretto per le ambizioni di questo pioniere del palcoscenico, che regalò agli spettatori a cavallo fra settecento e ottocento i più memorabili personaggi della celeberrima penna di Stratford-upon-Avenue. Uno spettacolo unico come il suo interprete, apre la stagione estiva del Teatro Romano di Verona, durante la quale non mancheranno altre opere di Shakespeare come Misura per Misura e uno spettacolo ispirato al film Shakespeare in love con Lucia Lavia, seguiranno l’Eracle di Emma Dante e per la danza Momix e Paul Taylor Company.
Un bel carnet per le serate veronesi a che in seno alla rassegna estiva proporrà diverse rappresentazioni di prosa e danza anche presso la Corte del Mercato Vecchio. Da segnare in calendario.