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La parola canta: l’omaggio di musica e parole dei fratelli Servillo a Napoli

Al Bellini fino al 17 gennaio lo spettacolo di musica e parole che rende omaggio alla città attraverso lo straordinario talento di due dei suoi più famosi e talentuosi figli

[rating=5] Ad un anno esatto dal successo de Le voci di dentro di Eduardo De Filippo i fratelli Toni e Peppe Servillo tornano al teatro Bellini di Napoli per portare in scena La parola canta, uno spettacolo di musica e parole che rende omaggio alla città attraverso lo straordinario talento di due dei suoi più famosi e talentuosi figli.

«Mi sento in debito con Napoli, per la grande ricchezza che mi ha donato, una ricchezza che cerco di trasmettere in giro per il mondo nei suoi aspetti più nobili, riflessivi, tragici. Tutto il mio lavoro si alimenta della complessità di Napoli, che è comunque vita. La parola canta è uno spettacolo dove il teatro si fa musica e la musica si fa teatro. Là dove il teatro talvolta non riesce, la musica ricapitola la nostra esistenza e ci consente di immaginarne un’altra», ha detto Toni Servillo tentando di spiegare uno spettacolo per tanti versi atipico, ma certamente accattivante.

L’attore e il cantante, accompagnati dai Solis String Quartet (Vincenzo Di Donna – violino, Luigi De Maio – violino, Gerardo Morrone – viola, Antonio Di Francia – cello), portano sulla scena testi di poesie,commedie e canzoni della tradizione napoletana che vanno dai classici quali Eduardo De Filippo, Libero Bovio, Raffaele Viviani alle voci contemporanee di Enzo Moscato, Mimmo Borrelli e Michele Sovente.

Protagonisti indiscussi della scena, che li mette in risalto anche perché lasciata completamente vuota, i fratelli Servillo e i Solis String Quartet riescono a fondere le loro voci e le note degli strumenti con immensa bravura e precisione, ogni pezzo è collegato a quello precedente e introduce quello successivo con armonia, senza creare bruschi stacchi.

Toni Servillo incanta e trascina con la sua interpretazione magistrale e ogni parola recitata sembra venirgli fuori dalle viscere, scorrergli nel sangue con l’urgenza di essere detta prima che perda vigore e importanza; Peppe invece canta quelle canzoni vecchie e nuove con la sua saggezza atavica, con quella consapevolezza del legame coi posteri che già lo aveva accompagnato in Passione di John Turturro.

Ma l’immensa bravura dei fratelli Servillo non oscura per fortuna il grande talento del quartetto che in alcune occasioni fa da vero protagonista dello spettacolo meritando lunghi applausi alla fine dei brani suonati.

Il successo di La parola canta era già preannunciato dal sold out per tutte le date che si è registrato due mesi fa e va ammesso che il pubblico partenopeo ha un amore e una stima particolare per Toni Servillo che, nonostante l’Oscar vinto con La grande bellezza di Paolo Sorrentino, non ha mai dimenticato la sua città; tuttavia l’attore è riuscito a non eclissare gli altri artisti, altrettanto talentuosi ma forse meno noti, che lo accompagnano sul palco e ognuno di loro si rivela fondamentale per uno spettacolo che per la sua atipicità e la sua struttura poteva riuscire solo grazie a questi giganti indiscussi dell’arte.

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