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Jules Verne spezzettato in frammenti, da Teatro Sotterraneo una compagnia che sa osare

[rating=5] Sara Bonaventura, Claudio Cirri, Daniele Villa sono le anime di una compagnia toscana che transita fuori dalle orbite canoniche e prestabilite del teatro contemporaneo. Si aggirano nel sottosuolo del linguaggio scenico, per scomporre e ricomporre classici o idee inedite, e poi risalire in superficie, in questo particolare caso, a Villa di Scornio (Pistoia). Riescono a stupire il pubblico con una nuova produzione, che parte come un normale reading e si trasforma in un gioco di società umanizzato, interattivo con il pubblico – in stile televendita -, dove il capolavoro di Jules Verne prende corpo.

Il giro del mondo in 80 giorni è un’opera universale e senza età, e il Teatro Sotterraneo l’ha capito bene, scegliendo di districarla e restituirla alla purezza della sua scrittura apparentemente geometrica, vagamente impressionista. L’accompagnamento musicale dal vivo di due giovani allieve della Scuola Mabellini è una nota a margine, ma non ai margini, come una folata di vento improvvisa che trasporta in salotti ottocenteschi, come quelli in cui si muove quel personaggio enigmatico e misterioso che è Phileas Fogg. Eccentrico miliardario che accetta la scommessa di percorrere il giro del mondo in soli 80 giorni accompagnato dal suo fedele maggiordomo Passepartout. Un’avventura esotica al limite col reale, dove l’amore salverà la vita al suo protagonista.

Il Teatro Sotterraneo ha ricalcato tutta la freschezza della narrazione, come una bottiglia di Champagne appena stappata. Fino alla sorpresa finale, inattesa, inaspettata. In scena Sara Bonaventura, Claudio Cirri e un’imponente carta geografica, dove vengono segnate le tappe del romanzesco viaggio in nave, in treno e in sella a un’elefante, mentre i due attori stanno al gioco meta-teatrale di entrare e uscire dalle parti, per svelare i trucchi e i momenti caldi del racconto. Lo stratagemma di interrompersi per porre quiz al pubblico getta in un momento di spaesamento e insieme interesse che sollecita le sinapsi e rende il teatro un oggetto luccicoso, un carioca, un carillon in carne o ossa.

Il giro del mondo in 80 giorni_ph Gabriele Acerboni

Incisive la presenza e la voce di Claudio Cirri, a cui si aggiunge l’indispensabile contro-parte femminile di Sara Bonaventura. L’idea alla base dello spettacolo pulsa, come una stella che sta per formarsi. Quella di Villa Scornio è stata infatti solo un’anteprima, a cui seguiranno altri episodi in autunno. Come ha svelato Daniele Villa – autore dell’adattamento – al termine dell’esbizione: quello che sarà, è una scatola chiusa ancora da aprire. Come ogni “enfant prodige”, si riserva ancora il lusso di immaginare senza data di scadenza. Teniamo d’occhio il Teatro Sotterraneo, cantiere in evoluzione della specie più protetta, i pensatori.

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