Home Teatro Io, Giovanna la Papessa tra l’855 e l’857 diretta da Angela Ricci

Io, Giovanna la Papessa tra l’855 e l’857 diretta da Angela Ricci

L’annuncio che il sipario sta per aprirsi e ci troviamo in un locale old vintage stile, inginocchiatoio, sedie a trono, sedie da bar e un tavolino. L’occasione si fa golosa per l’incontro di due amici: una cameriera serve all’uno, Davide Doro, una tazza grande, forse un tè e questi sta leggendo appassionatamente “La Papessa”; all’altro, Davide Russo, una tazzina, forse un caffè e già sa tutto della papessa, delle sue vicissitudini e nello scambio di interessi che si ingenera preponderante è la domanda chi dei presenti saprà della storia di una donna che caparbiamente ambisce e arriva al soglio pontificio.

Buio la scena è cambiata, ecco ella all‘iginocchiatoio prega Dio di poter riuscire in un’impresa fino a quel momento a tutt’appannaggio maschile ma l’amore non ha sesso non ha genere e lo canta “…per stare più vicina a te…” con una grinta, una voce e delle tonalità ad alta duttilità sulle note dell’immenso chitarrista Luca Angeletti, la vera chicca dello spettacolo. Il suo stile, i suoi colori mediterranei ricordano la grande Mietta.  E mutuando nome e stili del fratello, ella proprio ella, con nome e foggie similmenti maschili da Giovanni,  si trasferisce in Grecia per studiare in un contesto minato dal forte rischio di essere scoperta e quindi bandita solo e soltanto perché donna.

La cifra registica di Angela Ricci sono i continui déjà vu canori e qui testi e musica portano la firma esclusivamente per “Io, Giovanna la Papessa” di Carmelo Caprera e a lui i ringraziamenti di chi ha diretto il progetto saranno palesi a fine  pièce.  Ed ecco Il messaggero pontificio, o Sebastian, ancora Davide Doro, suggerisce a ‘frate Giovanni’ che è indicato come assistente dell’attuale Papa Benedetto III. Ma non resterà solo l’uomo delle relazioni della Santa Sede con la nostra  Annalisa Peruzzi, di confidenza in confidenza nascerà amore.

E se ‘frate Giovanni’ è indicato come successore al Pontefice nel terrore che in lei si ingenera promette di restare donna negli impegni con il suo uomo, ma seria negli impegni che ha assunto nell’amore verso Dio come canterà per bocca di Luana Angelucci. Il papa muore e il nuovo sarà appunto La Papessa Giovanna e nei pettegolezzi delle cortigiane più volte Anastasia Mecucci ripeterà che l’amore vince tutto. Ma può un maschio rimanere incinta, ma a Papa Giovanni riesce questo ne conseguirà la lapidazione della nostra Papessa e un mandato pontificio di solo 2 anni tra l’855 e l’857. E il cadavere troverà sepoltura tra San Giovanni in Laterano e San Clemente per la precisione in via dei Querceti a Roma.

E il nascituro messo in salvo e in vita dalla levatrice Giuditta, ancora Luana Angelucci sarà la speranza nel canto di chiusura dell’anima della Papessa Giovanna perché in futuro vinca la legge divina su quella dell’uomo. Uno scroscio di applausi è inevitabile per il plauso all’impresa alquanto difficile di rappresentare in un’oretta questa vicenda e chi se ne è fatto voce, siii Davide Russo,  finalmente riceve il meritato onore.

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