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Il crogiuolo di Arthur Miller per la regia di Filippo Dini apre la stagione del Teatro Stabile di Torino

Il crogiuolo di Arthur Miller per la regia di Filippo Dini in prima nazionale al Teatro stabile di Torino

La stagione del Teatro Stabile di Torino si è inaugurata al Teatro Carignano con la prima nazionale de Il crogiuolo, testo di Arthur Miller tradotto da Masolino d’Amico per la regia di Filippo Dini che da quasi vent’anni ambiva a portare in scena questa poderosa produzione con quindici attori in scena. Al centro della storia l’insensata e tragica caccia alle streghe avvenuta a Salem in Massachussets nel 1692 ben documentata da Arthur Miller con puntigliosa attenzione, come escamotage  per denunciare un altro periodo storico feroce, quello della caccia ai comunisti durante il Maccartismo che il drammaturgo visse sulla propria pelle. Miller scrisse questo testo sull’onda della passione e della rabbia bruciante quando nel 1952 si ritrovò nella lista nera della Commissione per le Attività Anti-Americane, incaricata di dare la caccia alle “streghe rosse”, in seguito alla denuncia da parte del suo più caro amico Elia Kazan. Lo spettacolo debuttò a Broadway l’anno dopo e fu accolto senza entusiasmo. Sono molte le analogie tra questo periodo buio di psicosi anticomunista e la misteriosa caccia alla streghe che investì Salem: persecuzioni, tradimenti, delazioni, condanne a morte. Una drammatica pagina di storia americana intrisa di violenza e paura per parlare di un’altra epoca altrettanto feroce. Tra il 1647 e il 1688 la comunità di Salem venne scossa da decine di impiccagioni e incarcerazioni arbitrarie sulla base di accuse fondate su superstizioni, false credenze.

Il comportamento bizzarro di due ragazzine, Abigail Williams ed Elizabeth Parris, rispettivamente nipote e figlia del pastore della comunità, Samuel Parris, aveva turbato il perbenismo bacchettone dei puritani fuggiti dall’Inghilterra. La società maschilista e retrograda dell’epoca si sentiva minacciata non solo dai legittimi abitanti autoctoni, considerati dei selvaggi, ma anche dall’esuberanza dell’adolescenza e cercava di arginare tutto questo con rigide regole oscurantiste. La follia di una ragazza, Abigail, che cerca vendetta perché sedotta e abbandonata trascina con sé un nugolo di ragazze invasate che cavalcano l’accusa di stregoneria, scatenando l’isteria collettiva. La piccola comunità non riuscendo a spiegare lo strano comportamento delle ragazze, neanche con l’intervento dei medici si affida all’unica vera autorità del luogo, la Chiesa, che non riesce a fare altro che ricondurre le ragioni di questo male assoluto al demonio. Sarà il sacrificio di un comune cittadino, John Proctor, interpretato da Filippo Dini, che innocente non è perché è colui che ha approfittato di Abigail in un periodo infelice della moglie, a interrompere la catena di delazioni e violenza.

Se è vero che ancora oggi sono diversi i governi autoritari che si servono della paura e della violenza per tenere in pugno i propri sudditi e se in alcune presunte democrazie la manipolazione delle notizie, la ricerca spasmodica dell’omologazione e leggi oscurantiste servono come strumenti di consenso, ci si rende conto della potenza di questo testo che, per aggirare la contemporaneità allora, ha finito per raccontarci  una storia universale.

Commenta così il regista Filippo Dini, artista residente del Teatro Stabile di Torino: “Sono sinceramente onorato di intraprendere questo viaggio e mi sento anche un po’ confusamente grato alla sorte, che non mi abbia permesso di metterlo in scena negli anni precedenti, ma solo adesso, dopo aver visto l’esplodere della pandemia e della guerra in Ucraina. Certamente avrei preferito non vedere nessuna delle due, ma entrambe, in forme diverse, hanno generato diversi stili di follia e di isteria collettive, sia mentale sia intellettuale, sia ovviamente sociale. Conosciamo oggi ogni sorta di delirio isterico e folle che consuma il nostro vivere quotidiano e ammala, oltre che l’aria e il cibo, anche la nostra anima, continuamente, inesorabilmente”.

Buona l’energia di tutti gli attori che mantengono viva l’attenzione del pubblico per tutte le tre ore dello spettacolo. Lo spettacolo è interpretato da (in ordine alfabetico): Virginia Campolucci, Gloria Carovana, Pierluigi Corallo, Gennaro Di Biase, Andrea Di Casa, Filippo Dini, Didì Garbaccio Bogin, Paolo Giangrasso, Fatou Malsert, Manuela Mandracchia, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Valentina Spaletta Tavella, Caterina Tieghi, Aleph Viola. Le scene sono di Nicolas Bovey, i costumi di Alessio Rosati, le luci di Pasquale Mari e le musiche di Aleph Viola. Collaborazione coreografica di Caterina Basso e aiuto regia di Carlo Orlando.

Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dal Teatro Stabile di Bolzano e dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale con il sostegno della Fondazione CRT.

La tournée prosegue nelle seguenti città:

Bolzano – Teatro Comunale, dal 27 al 30 ottobre 2022
Milano – Teatro Strehler, dal 1° al 10 novembre 2022 (Riposo lunedì 7 novembre)
Correggio (RE) – Teatro Asioli, 12 novembre 2022
Genova – Teatro della Corte, dal 16 al 20 novembre 2022
Roma – Teatro Quirino, dal 22 al 27 novembre 2022
Napoli – Teatro Mercadante, dal 29 novembre al 4 dicembre 2022
Ancona – Teatro delle Muse, dall’ 8 all’11 dicembre 2022
Trento – Teatro Sociale, dal 15 al 18 dicembre 2022
Lugano – Teatro LAC, dal 21 al 22 dicembre 2022

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