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I nasoni raccontano

Progetto Goldstein in collaborazione con E45 portano per le vie di Centocelle a Roma uno spettacolo itinerante che ha rapito e coinvolto l'interno quartiere, per ricordare che il teatro dell'Orologio è ancora vivo e deciso a riconquistare i suoi spazi.

Cinque nasoni, cinque tappe e cinque generazioni, dal dopoguerra ad oggi raccontano in itinere la vita di un quartiere: Centocelle e quella della gioventù che l’ha animata e continua a farlo. Queste le premesse de “I nasoni raccontano”, realizzato da Progetto Goldstein in collaborazione con E45, ad animarlo appunto i ragazzi del teatro dell’Orologio, ancora nel limbo di una forzosa chiusura imposta dalle autorità capitoline per ragioni di “uscite di sicurezza”.

Ma se di uscita si cade, di uscita ci si rialza, questo lo spirito del progetto che ha fisicamente portato il teatro ad “uscire” fuori dalle mura di via dei Filippini, giudicate al momento inadeguate, per offrirlo alle strade popolari. Così il primo di questi viaggi a Centocelle, storico quartiere romano che ha partecipato numerosissimo e caloroso alla manifestazione di teatro disobbediente che si fa arte anche senza pareti e poltrone. Bravissimi i ragazzi che hanno dato vita ai giovani della Roma di ieri e di oggi ancora un po’ americanizzata, stretta nel giogo del “padrone” di turno, ma in fondo sempre pronta alla beffa. I sogni, le speranze e le frustrazioni del passato ritornano sulle note delle canzoni che hanno accompagnato ieri i nonni e oggi i nipoti, con un po’ di sarcasmo a braccetto con la battuta, prima le bretelle, poi i pantaloni a campana, la vespetta e infine ninja fruits, in un divertente polpettone di vita di quartiere e non solo. Gli alleati che lasciano figli alle ragazze sprovvedute, gli anni 70 e le manifestazioni contro il nemico imperialista, poi Silvio, Vasco, Ambra e infine l’i-phone, gli “impicci” e le raccomandazioni moderne, il tutto all’ombra della chiesa di San Felice da Cantalice, dalla cui casa parrocchiale abbiamo visto affacciarsi perfino qualche timida suorina.

Davvero bella questa avventura firmata Fabio Morgan e Leonardo Ferrari Carissimi che ha coinvolto una Centocelle partecipe e divertita, poco importa se i nasoni, le tipiche fontanelle romane che hanno segnato il percorso risultino ora tristemente “tappate” dall’emergenza idrica, poco importa se una compagnia non ha più un teatro, l’arte non si “tappa”, esplode con energia e allegria per le strade. Prossimo imperdibile appuntamento “Sogno di una notte di mezza estate underground” all’interno nientemeno che della metro C dal 27 settembre al 1 ottobre, con l’augurio e la speranza che sia il secondo di una lunga serie di progetti en plein air. Il pubblico dopotutto ha gradito, senza rinunciare al tagliente romanesco cinismo, quando fra la folla e le risate si sente esclamare: “oh hanno fatto passato e presente, ma er futuro?” “Er futuro nun ce stava ieri e nun ce sta manco oggi.”

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