Il dramma shakespeariano di “Romeo e Giulietta” è universalmente riconosciuto come una delle più grandi storie d’amore mai raccontate, una tragedia che esplora la passione, il destino e la fatalità. In questa rivisitazione contemporanea, Roberto Latini, in collaborazione con la compagnia Lombardi-Tiezzi, e affiancato da Federica Carra, trasforma il testo classico in un concerto scenico, focalizzandosi sulle poche scene in cui i due amanti sono insieme.
Latini crea un dialogo tra passato e presente, tra l’ideale e il reale, offrendo una visione critica e profonda del concetto di amore. Lo fa attraverso uno spettacolo in cinque quadri, ciascuno suonato nelle parole che Romeo dice a Giulietta e quelle che Giulietta dice a Romeo. Loro due soli, si alternano nei ruoli, in un dialogo intimo e profondo, rappresentano la tragedia dell’occasione dell’amore, del futuro mancato, di ciò che sarebbe potuto essere.
Una nostalgia intrinseca che avvolge la performance, dalla quale emerge la direttrice della sua ricerca, una riflessione sulla vita e sulle grandi occasioni perdute.

Un lavoro che indaga anche il tema del tempo che passa e ci allontana dai giovani che eravamo. Questo aspetto è profondamente radicato nella poetica di Shakespeare, dove il tempo è spesso visto come un nemico inesorabile che porta via la giovinezza e le opportunità. In “Romeo e Giulietta”, il tempo è un elemento cruciale: la loro storia d’amore si consuma in pochi giorni, un lampo di passione che si spegne ancora sul nascere. Roberto Latini cattura questa essenza, esplorando come il passare del tempo influisca sulle nostre vite e sui nostri sentimenti, e come la nostalgia per ciò che poteva essere diventi una parte integrante della nostra esperienza umana.
Elemento incisivo sono le brevi interviste a giovani ragazzi e ragazze, proiettate sul fondale del palco, che non solo arricchiscono la narrazione, ma aggiungono anche una dimensione critica e attuale. Una serie di interventi, che si alternavano al testo recitato, creano uno spaccato di esperienze e percezioni sull’amore, e che mettono in risalto questa dicotomia tra l’amore idealizzato e poetico di Shakespeare e le relazioni moderne, spesso caratterizzate da insicurezze, disincanto e fugacità.
L’allestimento dello spettacolo “Giulietta e Romeo” di Roberto Latini si distingue per la sua scena essenziale e minimalista, dove un filo di neon rosso a terra traccia i confini degli spazi scenici di Roberto Latini e Federica Carra. Lo stesso filo di neon, che si estende anche in alto sul fondale, forma la parola “Rose” a destra del palco e incornicia una composizione floreale a sinistra, creando un effetto visivo suggestivo.
Latini, inizialmente vestito da Elvis Presley con occhiali, parrucca e abito a paillettes, impugna una chitarra elettrica, usando le corde per creare effetti sonori che arricchiscono la scena, aggiungendo una dimensione sonora che va oltre la semplice recitazione.
Una piccola telecamera sulla destra è puntata su Federica Carra, la cui immagine viene proiettata in vari momenti dello spettacolo, creando un gioco di riflessi e prospettive che amplifica la presenza scenica dell’attrice. I freeze frame della Carra aggiungono un elemento di sospensione temporale, quasi a voler cristallizzare alcuni momenti della performance.
Latini, spazia da toni bassi a più alti, creando un ritmo che cattura e coinvolge il pubblico. La sua interpretazione non è solo una recitazione, ma un’esperienza sensoriale che trascende il testo. Federica Carra, offre un contrappunto equilibrato alla performance di Latini. La loro alternanza nei ruoli di Romeo e Giulietta, con un ritmo che evoca un canto senza esserlo realmente, conferisce ai dialoghi una musicalità intrinseca.
Una regia minimalista che mette in luce un dialogo continuo tra parola, suono e immagine, offrendo al pubblico una reinterpretazione contemporanea ed emozionale dei dialoghi degli innamorati per eccellenza del classico shakespeariano.
Visto in prima assoluta al Festival Inequilibrio di Rosignano, giunto alla sua ventisettesima edizione.