
In un mese di luglio ricco di caldo e povero di eventi altisonanti, può capitare la sorpresa di assistere a ingresso libero, per “Luci di Scena” in Piazza Farinata degli Uberti, nel pieno centro storico di Empoli, allo spettacolo Suoni emozioni di e con Maria Cassi.
La multiforme attrice fiorentina, padrona di casa del più originale dei teatri, il Teatro del Sale di Firenze, non è certo una scoperta, vista l’ormai trentennale carriera che l’ha portata a calcare i palchi di mezzo mondo, ma piuttosto una sicurezza nel panorama teatrale. Così i suoi spettacoli sono da sempre contrassegno di divertimento e risate genuine.
Il suo teatro è un teatro fuori dagli schemi e dai tempi, ironico, contemporaneo e demodé al tempo stesso, attinge ricordi e emozioni dal passato che si fondono con la veracità comica toscana.
Un teatro dove convivono recitazione, cabaret, poetica e canto. Un mondo da dove emergono Zavattini, Brecht, Weill, Brook, e ultimamente anche Battisti e Mogol.
Attraverso una ricerca minuziosa fatta sulla gente, quella reale, che porta con se vizi e virtù, Maria Cassi è maestra nel dar vita alle poliedriche fisionomie dei personaggi di strada e di paese. Ed è così che da una semplice smorfia facciale, una flessione delle gambe, qualche tic accentuato e un farsesco grammelot, prende vita la società vera, quella sanguigna, che ci circonda, e non gli avatar ibridi di twitter o di facebook.
Nonnini, donnine e mimmini si alternano sul palco, avvicinando lo spettatore al retroterra genuino dell’infanzia e del passato. Le canzoni di Battisti accompagnate dalla chitarra di Marco Poggiolesi, fanno da connessione tra i ricordi di gioventù della stessa attrice.
Ne esce uno rappresentazione piacevole, divertente e profonda, meno esilarante degli scorsi “Galateo” e “Crepapelle”, ma condita dalla stessa verve, da una comicità originale e da una passione contagiosa che l’attrice mostra anche durante le interpretazioni canore.
«Voi avete la responsabilità di far vivere tutto questo (…)» afferma l’attrice toscana «È una magia (…) tutte le sere lo spettacolo è unico perché voi siete unici (…) il teatro siamo noi, insieme, tutto questo è rivoluzionario (…) Evviva il teatro!».
Generosi applausi dell’ampio pubblico empolese coartefice di questa magica rivoluzione.