Home Teatro Daria l’amica immaginaria è all’EDEN scritto e diretto da Adriano Bennicelli

Daria l’amica immaginaria è all’EDEN scritto e diretto da Adriano Bennicelli

Con Beatrice Fazi e Fabrizio Giannini al Teatro 7 Off di Roma

Si spengono le luci in platea e un’invasione di più o meno giovani persone, con tanto di lucette o torcette, accorre in platea al ritmo di “Good Times” degli CHIC del 1979 e il tuffo di oltre 45 anni indietro è immediato, e con inevitabile coinvolgimento emotivo ci trascina sul palco con l’attenzione, e siamo all’EDEN discoteca della riviera romagnola in auge negli anni ’80. Continuano gli shake, mood degli anni che fanno la vicenda, e tutti ballano ivi inclusa la coreografa Silvia Di Stefano e di qui con musiche dei Bee Gees a seguire in movenze del tempo ci accoglie un ragazzo particolare Tony fino al sabato e Danny la domenica.

Bravissimo in un’interpretazione difficilissima, Alessandro La Ginestra balla, fanatico, dei balli anni’80, talora parla, si sfoga e battibecca con la sua amica immaginaria Daria e incredibile ma vero bussano con tanto di squillo di campanello. È un certo signore che chiede aiuto gli si è fermata l’auto avanti la discoteca e il ragazzo gli replica che può essere lo spinterogeno e vista il coinvolgente romanesco e l’immediata empatia lo ribattezza Mario l’amico immaginario. La macchina non riesce a ripartire e il citato Mario chiede un telefono, il suo è scarico, per avvisare e un posto dove trascorrere la notte, il ragazzo gli indica un telefono a gettoni e glieli procura nella meraviglia dell’avventore per l’incredibile tuffo nel passato e chiama la mamma per l’altra evenienza.

Eccola Beatrice Fazi con tanto di parrucca e look da Sandy, effettivamente si chiama Sandra, figlia del proprietario del locale ormai defunto, ed offre al sopravvenuto bravissimo Fabrizio Giannini per interpretazione e immediato carisma attoriale ed umano, la stanza del padre per dormire e gli offre da mangiare ‘pennette alla vodka’ e Zabov. Sandra è una ragazza madre conobbe ben trent’anni prima questo, giovane, e dopo un scatenata serata in discoteca, si ritrovò in spiaggia, aveva sedici anni, con questi ne derivò un bimbo di nome Cesare, ma anche Giulio Cesare per mantenere il vintage. Il giovane si dileguò e per sbarcare il lunario, una volta morto il padre, con il figlio hanno continuato a gestire il locale creando una situazione sala danza aperta la domenica, con musica dance anni’ 80 appunto.

Il giovane di allora, sono passati trent’anni, è davanti ai suoi occhi ed è il padre del nostro Tony/Danny/Cesare/Giulio e di qui il comune intento di riprendere tutto, da dove tutto si era fermato, e di comunicarlo al ragazzo, che intanto ha già capito e ha chiamato papà, Mario l’amico immaginario ed ha confidato di lui all’amica Daria. Siamo di fronte ad una famiglia non tradizionale: che grande testo quello di Adriano Bennicelli e che grande regia vivace, dinamica, coinvolgente in una storia davvero drammatica resa ilare nei tanti déjà vu, ma il sorriso è amaro e non per niente gli è valso il l’onorificenza Commedia vincitrice del Premio Achille Campanile, più che meritato con tre grandi attori come quelli che vediamo in scena.

La nostra Sandra una vita ferma a trent’anni prima, nello stile e nei comportamenti, l’uomo ovvero Antonio si questo il suo vero nome, ha studiato medicina e si ritrova informatore farmaceutico e lo attende il giorno dopo una fidanzata cui dovrà dare il suo sì per il matrimonio, ma la sua automobile non lo aiuta ovvero è un ‘porsi la coscienza a posto prima del grande passo’, venire a ritrovare il suo figlio naturale, nonché la sua scappatella, ovvero la figlia di colui che in quanto padre non ha mai smesso di tentare il riavvicinamento dei due genitori allora imberbi, per il futuro del ragazzo molto particolare di cui era nonno.

E tra “Saturday night fever”, “You Should Be Dancing”, “Grease”, “How deep is your love”, “YMCA” la famiglia resterà trionfalmente unita e atipica e il matrimonio all’urlo del figlio “papà” e dei citati più o meno giovani “viva la famiglia non tradizionale” cantata e ballata, andrà rocambolescamente in fumo, con una telefonata, laddove ‘lui’ comunicherà a ‘lei’ di avere un figlio. Morale, trama, coinvolgimento musicale e vibrazione attoriale un successo del palco, nelle tematiche che da sempre distinguono i teatri 7 e 7 Off, in questo caso contingente. Davvero un piacere intimo assistere a una tale rappresentazione e poterle tributare un fragoroso applauso.

 

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