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La comicità “crudele” di Rezza e Mastrella

[rating=4] L’edizione 2014 del Festival IMMaginario di Perugia si è conclusa domenica 9 novembre al Teatro Morlacchi con 7-14-21-28, opera teatrale di Antonio Rezza e Flavia Mastrella prodotta da Fondazione Teatro Piemonte Europa, Teatro 91 e RezzaMastrella.

Fino al 9 novembre non avevo mai assistito alle performances teatrali di Rezza e Mastrella, li conoscevo solo per alcuni dei loro cortometraggi in bianco e nero (fantastico quello intitolato Hai mangiato?), e finalmente questa mia lacuna si è colmata proprio grazie a 7-14-21-28, spettacolo del quale non posso che parlar bene.

Splendido esempio di arte performativa sottratta alla dittatura del senso, 7-14-21-28 è una carrellata di gag comiche totalmente assurde e paradossali con le quali Rezza diverte e al tempo stesso sbigottisce il pubblico, aiutato dal suo partner in scena Ivan Bellavista e dall'”Habitat” scenografico realizzato dalla Mastrella. Il comico di Rezza non è il comico nel senso “semplice” del termine, non è la battuta fine a se stessa su un fatto politico o di costume… Il comico di Rezza è ben altro, è riuscire a far ridere (e domenica sera al Morlacchi si è riso molto) usando l’arma agghiacciante della crudeltà e della cattiveria per fare allegramente a pezzi alcuni capisaldi apparentemente sacri della nostra società, come ad esempio il rapporto padre-figlio (il padre divorziato che tratta malissimo e aggredisce suo figlio perché il tribunale ha stabilito che possono vedersi solo di sabato, e quel giorno della settimana il padre vorrebbe dedicarsi ad altro..), e anche per (mal)trattare temi forti e impegnativi come Dio, la Patria e la pedofilia. La comicità di Rezza mi ricorda molto ciò che Carmelo Bene diceva del comico, che lui intendeva come «Quanto di più asociale e libertino si possa concepire, se mai fosse concepibile […] Il comico è cianuro. Si libera nel corpo del tragico, lo cadaverizza e lo sfinisce in un ghigno sospeso […] Il comico che mi interessa è cattiveria pura, lama gelida e affilata che trafigge i ben decorati presepi.».

7-14-21-28, opera teatrale di Antonio Rezza e Flavia Mastrella_ph Stefania Saltarelli

La comicità “crudele” di Rezza è fatta anche di impegnative azioni fisiche (correre a perdifiato sul palcoscenico, saltare qua e là, andare sull’altalena ecc.) e di giochi verbali basati sulla ripetizione ossessiva e parossistica di numeri, parole e frasi, senza dimenticare l’essenziale apporto degli apparati scenografici ideati da Flavia Mastrella, che grazie all’utilizzo che ne fa Rezza diventano veri e propri coprotagonisti dello spettacolo. 7-14-21-28 rappresenta una memorabile esperienza di teatro performativo capace di scuotere dal profondo le coscienze degli spettatori e al tempo stesso di farli ridere, senza ricorrere a storie da raccontare (lo spettacolo è completamente privo di fili narrativi da seguire) e a battute e sketches scontati.

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