
Il 20 aprile del 1893 nasceva a Barcellona Joan Mirò, pittore, scultore, incisore e ceramista spagnolo, esponente del Surrealismo. Proprio partendo dall’automatismo psichico puro che caratterizza il movimento del Surrealismo, le sue opere presentano forme che rimandano all’innocenza, alla bizzarria, a mondi e personaggi che appartengono a un universo tutto personale proprio dell’inconscio, immerso in un contesto di profonda armonia, che trasforma il tutto in una sorta di alfabeto giocoso. Il celebre scrittore e poeta francese Raymond Queneau, a proposito della pittura dell’artista catalano, coniò il termine “miroglifico”, riferendosi ai segni ed elementi costanti nelle sue opere, arrivando ad affermare che il miró fosse “una lingua che bisogna imparare a leggere e di cui è possibile fabbricare un dizionario”.
In linea con i tempi che stiamo vivendo, Mirò affermò a proposito della frequentazione di una scuola d’arte:
Mi lavavo le mani prima di entrare come se si trattasse di un rito sacro. Ma ero un modello d’inettitudine.
(Joan Mirò)