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Himmelweg di Marco Plini al Teatro delle Passioni di Modena

Da giovedì 16 a sabato 18 gennaio il Teatro delle Passioni di Modena ospiterà Himmelweg – La via del cielo di Marco Plini. Dopo aver diretto Ifigenia in Aulide, frutto del Corso di Alta Formazione Teatrale di Emilia Romagna Teatro, Marco Plini ha debuttato nella scorsa edizione di VIE Festival con Himmelweg – La via del cielo, testo capitale della produzione letteraria del madrileno Juan Mayorga, uno dei drammaturghi più rappresentativi della sua generazione, già insignito di numerosi premi fra cui quello di miglior drammaturgo spagnolo.

Himmelweg si pone perfettamente in linea con la ricerca che caratterizza il lavoro di Mayorga, impegnato in una costante rilettura del passato alla luce del presente, senza mai escludere un concreto confronto con i concreti problemi della società contemporanea.

La Shoah, uno dei più tragici eventi del Novecento, viene qui riletta in una prospettiva inedita e crudelmente paradossale: un commissario della Croce Rossa chiede ed ottiene il permesso negli anni ’40, quando ancora la verità sui campi di concentramento non era venuta a galla, di visitarne uno. Per l’occasione il campo viene trasformato in villaggio modello che ha per scopo quello di sperimentare la vita ideale per la comunità ebraica.

In modo estremamente paradossale e a loro malgrado, gli stessi prigionieri diventano attori di questa messinscena mentre il comandante assume il ruolo di regista.

Nei giorni precedenti all’arrivo del commissario della Croce Rossa si susseguono prove di varie scena di vita felice sotto il controllo del comandante del campo; alla fine il commissario subirà questa gigantesca manipolazione e non potrà far altro che scrivere ciò che ha visto in questo campo, diventando suo malgrado complice del massacro di un popolo. Quello di Mayorga è un punto di vista estremamente affascinante da cui guardare questa immane tragedia. Il testo contiene una grande quantità di suggestioni sulla realtà e la sua manipolazione, ma soprattutto ha un grande valore di conservazione di una memoria livida e non patetica, utile in particolare ad un pubblico giovane che ormai si riferisce alla Shoah più o meno come alle Crociate: un evento storico lontano e irripetibile, sepolto in un punto della storia lontano e nebuloso”. Nella rilettura di Plini il Comandante del Lager assume il ruolo di pedagogo – regista mentre il ruolo di prigionieri è affidato a un gruppo di studenti delle Scuole medie inferiori e superiori con cui il regista ha intrapreso un laboratorio artistico-formativo, un vero e proprio percorso pedagogico condotto all’interno delle scuole stesse dei ragazzi.

Marco Plini

 Himmelweg - foto di Chiara Ferrin

Marco Plini debutta come regista nel 2002 con lo spettacolo Risveglio di primavera di F. Wedekind, cui seguono Purificati di Sarah Kane per la Biennale di Venezia 2004, Il lutto si addice ad Elettra di O’Neill realizzato con il III anno della scuola Paolo Grassi e rappresentato al Festival del teatro Romano di Trieste; segue Turisti e Soldatini di Soynka per il “Progetto Mandela” nell’ambito di Intercity, e Benvenuti in California di Francesca Angeli, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano in collaborazione col Festival ES-TERNI.

Nel 2011 ha diretto Freddo di Lars Norén prodotto da ERT e nel 2013 sempre per ERT Ifigenia in Aulide, esito del percorso di qualificazione nell’ambito del Cantiere delle Arti.

Dal 2005 alterna l’attività di regista con quella di insegnante per la Scuola Civica Paolo Grassi e per i Corsi di Alta Formazione Teatrale di Emilia Romagna Teatro.

Biglietti: € 12 / 8,50

Maggiori informazioni: www.emiliaromagnateatro.com

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