
Da giovedì 14 a domenica 17 febbraio, nella Sala Grande dell’Arena del Sole di Bologna, CTB Teatro Stabile di Brescia e Teatro de Gli Incamminati presentano Franco Branciaroli e Tommaso Cardarelli in “Servo di scena”, di Ronald Harwood, traduzione Masolino D’Amico, regia Franco Branciaroli, con (in ordine di apparizione) Lisa Galantini, Melania Giglio, Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Valentina Violo, scene e costumi Margherita Palli, luci Gigi Saccomandi.
Servo di scena è uno dei più celebri testi teatrali di Ronald Harwood, drammaturgo premio Oscar per la sceneggiatura del Pianista di Roman Polanski, che ha curato anche l’adattamento cinematografico dell’omonimo film di Peter Yates del 1983, interpretato da Albert Finney e Tom Courtenay. Un testo ritagliato sulla figura di un attore di grande carisma come Franco Branciaroli, in scena assieme a Tommaso Cardarelli.
La pièce, ambientata nel 1940 a Londra, racconta le rocambolesche vicende, divise tra camerini e palcoscenico, di una precaria compagnia teatrale di provincia, che continua la sua attività nonostante i bombardamenti nazisti, e del suo vecchio capocomico, un non meglio identificato “Sir”, attore shakespeariano al tramonto, un tempo osannato dalle folle e dalla critica. Colpito da malore proprio alla vigilia della prima del Re Lear, Sir sembra sul punto di dare forfait. Ma Norman, il suo fedele servo di scena, da perfetto inglese non concepisce che non si possa andare in scena. Magari morti, ma gli spettatori hanno pagato il biglietto e hanno diritto allo spettacolo.
Un appassionato omaggio all’Inghilterra e a Shakespeare, ma soprattutto un inno al teatro e alla sua gente, alla sua insostituibilità e capacità di resistere in tempi difficili. Una metafora della vita del teatro di ogni tempo dove, nella figura del servo, trapela la ragione profonda della sua forza: il teatro è invincibile perché non ha padroni, non cerca ricompense, perciò sa pronunciare le parole più importanti e profonde con ironia e senza perdere il sorriso.
Il titolo originale dell’opera è The Dresser, un ruolo che l’autore della traduzione Masolino D’Amico spiega nelle sue note: «Nel teatro inglese di una volta, quello dominato dagli “actor-managers” o attori-capocomici, il “dresser” era il segretario personale-factotum del primattore: colui che aveva l’incarico di stargli sempre accanto, aiutarlo a ripassare la parte, portargli il tè o altre bevande, tenergli in ordine il guardaroba, e naturalmente aiutarlo con il costume. Nel teatro all’italiana un personaggio simile non esiste, almeno come istituzione; le sue incombenze principali sono affidate, di solito, a una sarta. La traduzione letterale di “dresser” sarebbe comunque “vestiarista”. Il servo di scena – che invece esiste – ha invece tutt’altre funzioni: è un attrezzista, un tecnico, al servizio della compagnia e non di un suo membro in particolare. Ma naturalmente la suggestione dell’espressione “servo di scena” era irresistibile, e quando lo proposi per il titolo italiano della commedia, dopo aver scartato varie altre ipotesi, fu adottato immediatamente e le rimase appiccicato in tutte le sue fortunate edizioni nostrane successive, per tacere del film».
Maggiori informazioni: www.arenadelsole.it