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L’intimo dramma umano sublimato dalle pagine sacre di Poulenc e Fauré al Musikkens Hus di Aalborg

Alla Casa della Musica di Aalborg in scena due perle del repertorio sacro, eseguite dalla Aalborg Symphony Orchestra diretta da Fabrice Bollon, solisti Irma Mihelic e Palle Knudsen.

Casa della musica © Fermata Spettacolo

L’eclettica Musikkens Hus, ovvero Casa della Musica, di Aalborg ha festeggiato la Pasqua con tutta la forza emotiva di due brani, vere perle del repertorio sacro, eseguiti dalla Aalborg Symphony Orchestra diretta da Fabrice Bollon, solisti Irma Mihelic e Palle Knudsen.

Nella contemporanea sala dominata da morbide e sinuose siluette rosse e bianche, colori nazionali, il programma si è aperto con lo Stabat Mater di Francis Poulenc, un’opera straziante composta in soli due mesi in ricordo della perdita dell’amico pittore e scenografo Christian Bérard. L’opera si presenta come un grande affresco per soprano, coro misto e orchestra, costruito su dodici sezioni dal carattere fortemente drammatico. Fabrice Bollon ne sottolinea la grande varietà di espressioni, insieme alla ricchezza timbrica e armonica, con una direzione piena di fervore, dove la soprano Irma Mihelic ne coglie con lirismo ogni più piccola sfumatura.

Il secondo e ultimo brano è il Requiem di Gabriel Fauré, scritto tra il 1886 e il 1887, in memoria del padre, morto a Tolosa nel 1885. Un’opera dalle tinte raffinate, la cui sobrietà del canto ed eleganza dell’esposizione rifugge ogni sorta di violenza e contrasto.

I solisti Irma Mihelic e Palle Knudsen si rivelano nella seconda parte dell’Offertorio (Hostias et preces tibi). Entrambi intervengono in modo lirico e melanconicamente velato, dalla voce chiara e soffusa Irma Mihelic, delicatissima nel Pie Jesu, mentre con un iniziale vibrato troppo largo Palle Knudsen, che dispiega invece al meglio la sua profondità nel Lìbera me.

Ottima esecuzione per la Aalborg Symphony Orchestra, che segue la direzione di Fabrice Bollon ora con un lirismo sommesso e intimo, profondamente melanconico, ora straziante e addolorato.

Il Coro Filarmonico di Aalborg, diretto da Vesselin Demirev, dà ulteriore forma e complessità agli animi doloranti dei compositori, soprattutto con le sue invocazioni in fortissimo, cariche di pathos.

Il pubblico accoglie entrambe le esecuzione con grande partecipazione e calore, in una sala gremita ed intimamente commossa.

Concerto alla Casa della musica di Aalborg © Fermata Spettacolo

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