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C’è sempre il sole a Philadelphia

La sitcom statunitense ideata da Rob McElhenney sulle bevute e chiacchiere al limite del politicamente scorretto di quattro amici che gestiscono un pub irlandese nella periferia di Filadelfia

[rating=3] Questa volta parliamo di una sitcom non molto conosciuta in Italia perché ancora non è stata trasmessa in chiaro, ma solo sulla pay tv (FX). Si tratta di “C’è sempre il sole a Philadelphia” (“It’s Always Sunny in Philadelphia”), una sitcom statunitense ideata da Rob McElhenney e sviluppata dallo stesso McElhenney assieme a Glenn Howerton.

La serie ha debuttato sul canale statunitense FX nell’agosto del 2005 (siamo adesso alla nona stagione), ed è incentrata su quattro amici che gestiscono un pub irlandese nella periferia di Filadelfia. Tutti i protagonisti sono estremamente scorretti, sfaccendati, egoisti e superficiali. Nel corso delle puntate si lasciano andare a bevute e chiacchiere al limite del politicamente scorretto, affrontando temi quali aborto, razzismo, omosessualità, terrorismo, pedofilia, incesto, prostituzione, nazismo, necrofilia e molti altri.

Il genere è demenziale, quattro amici che parlano a ruota libera manifestando un’ignoranza ed un’idiozia così eccessive da renderli esilaranti. Dalla seconda stagione entra nel cast anche Danny DeVito che si inserisce alla perfezione. Sono dei personaggi così cretini e fancazzisti che rasentano la follia, ma proprio per questo piacciono e rendono lo show estremamente simpatico.

L’unico problema è che alla lunga questo delirio di pazzia collettiva mista a genuina stupidità si fa ripetitivo, e soprattutto nelle ultime stagioni il canovaccio narrativo perde qualche colpo. Rimane comunque una sitcom piacevole, sicuramente da scoprire e guardare con curiosità perché riesce sempre a strappare qualche risata.

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