Home Behind the Corner Riso alli strigoli (Silene Vulgaris)

Riso alli strigoli (Silene Vulgaris)

Ricette con piante spontanee da trovarsi Behind the Corner: oggi riso alla strisciola.

Silene Vulgaris

Ingredienti: 200 g di Strigoli  (Silene vulgaris), 300 g di riso, 2 porri, mezzo bicchiere di vino bianco, brodo vegetale o dado.

Pulire accuratamente le erbe, fare un soffritto con 2 porri e gli strigoli, aggiungere il riso dopo averlo cotto e versare il vino, lasciare evaporare mescolando. Aggiungere a poco a poco il brodo e terminare la cottura, il tutto mescolando continuamente.

…strisciola, strigoli, erba striscia, schioppettina…

Silene vulgaris della famiglia delle Caryophyllaceae si trova nei campi incolti, nei coltivi, nei greti dei fiumi, poggi, muri. Volgarmente è chiamata strigolo forse per rimando alle onnipresenti streghe (era compito delle donne la raccolta e gli usi dei vari erbi), stridolo per lo stridio che produce se si stropiccia tra le mani ma anche erba schioppettina perchè nessuno, bambino o meno, resisteva a farne scoppiettare i frutti.

Viene detta anche erba striscia, strisciola, cucina.

Molto particolare la fioritura notturna che associa il nome della pianta a Selene, la Dea-Luna greca. I profumati fiori sono impollinati da farfalle notturne. Se trovate qualche bruco sappiate trattarsi della bella farfalla Hadena Confusa, che vive in simbiosi con la Silene. Teofrasto parla della Silene e dal greco antico viene il nome scientifico, lasciandoci il dubbio se provenga da “sialon”, saliva (alcune varietà presentano una bava all’interno dell’infiorescenza) o dal mitico Dio Sileno e dalla sua grossa pancia rotonda che ricorda la forma del frutto. Non viene per lungo tempo più nominata, cadendo in una sorta di oblio. Non è citata nei libri del naturalista Costanzo Felici (1525-1585), nè del medico erborista Castore Durante (1529-1590). Idem per Pierre Lieutaghi (1939).

Seri studi iniziati nel 1995 hanno confermato che si tratta di un vero cibo-farmaco, dalle notevoli proprietà rimineralizzanti ed immunomodulatorie, ricco di silenosidi, polisaccaridi pectinici e saponine. Buona fonte di vitamina C ha tra gli acidi grassi presenti: oleico, linoleico, linolenico, erucico, palmitico e stearico. In sali minerali e fenoli recenti ricerche affermano essere superiore anche agli spinaci. Contiene proteine. Se ne conoscono le proprietà emollienti ed infatti viene utilizzata per la composizione di saponi e per la cura delle affezioni agli occhi come preparato oftalmico.

Ricetta tratta da ”Gli erbi Boni della cucina tradizionale Garfagnina” di Ivo Poli

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