Non è vero che una mostra di incisioni abbia meno fascino di una di opere pittoriche. Soprattutto se gli artisti che ci troviamo di fronte sono maestri della grafica novecentesca come lo svizzero Marcus Raetz e, in particolare, lo spagnolo Pablo Picasso. Certamente, l’opera stampata da un’incisione è un oggetto in serie, replicabile, mentre il quadro realizzato a mano mantiene la sua unicità, il suo maggiore valore intrinseco. Ma, nel nostro caso, pur nella evidente diversità di linguaggio, il contributo fornito alla ricerca calcografica dei due maestri è estremamente importante.
Entrambi non ricorrono alla riproduzione a stampa come espressione secondaria del loro lavoro, o mero sistema di supporto per replicare le proprie opere originali, piuttosto spinti dalla volontà di sperimentare tecniche e procedimenti antichi per trarne elementi utili per ampliare la propria creatività, trovando nuovi stimoli e possibilità espressive.

Affiancare questi due artisti, molto diversi tra loro anche nell’approcciarsi alla tecnica calcografica può apparire azzardato. Al contrario, aiuta a comprendere meglio la potenzialità di questi affascinanti procedimenti calcografici che risalgono al Medioevo e che uniscono indubbie doti pratiche e artigianali a inventività e creatività artistiche.
Le due mostre monografiche sono visibili presso il Museo d’arte di Mendrisio dal 5 ottobre al 25 gennaio 2026 e vedono protagonisti lo svizzero Markus Raetz e lo spagnolo Pablo Picasso. La prima mostra è a cura di Francesca Bernasconi e Rainer Michael Mason, autore del catalogo ragionato delle incisioni di Raetz. La seconda è curata dalla Direttrice del Museo, Barbara Paltenghi Malacrida, e Matthias Frehner, storico dell’arte, esperto delle opere grafiche di Picasso, provenienti dal fondo donato da Georges Bloch, amico dell’artista spagnolo.
Il lavoro di Raetz
© Monika Rätz – Successione Markus Raetz / 2025, ProLitteris, Zurich
Raetz arriva tardi ad usare la tecnica del bulino, quando ha più di cinquant’anni (nel 1994), e su una precisa commissione, ma si appassiona subito a quest’arte e realizza numerosi lavori, di cui 80 proposti alla mostra di Mendrisio. Il bulino è lo strumento con il quale si scavano dei solchi su una matrice di metallo per consentire, dopo il passaggio dell’inchiostro, la sua riproduzione su carta (un documentario all’ingresso del museo illustra questa procedura).
Raetz sicuramente conosce le opere grafiche di Picasso ma non si può dire che prenda spunto da esse. I suoi riferimenti sono omaggi a grandi del passato come Albert Dürer, Claude Mellan, Hendrick Goltius, ma anche a contemporanei come Joseph Beuys, René Magritte, Giorgio Morandi e nel suo lavoro si coglie il gusto di percepire la realtà nel suo mutevole significato che lo spinge verso operazioni di anamorfosi, cioè verso una deformazione prospettica della realtà del tutto peculiare. Per lui, il fenomeno della percezione è importante, e le sue opere tridimensionali che si trasformano a seconda di come le si osserva sono un esempio davvero affascinante
L’arte dell’incisione in Picasso
Anche in Picasso l’incisione rappresenta una componente fondamentale della sua produzione artistica che gli ha permesso di tradurre le sue idee in un linguaggio unico, più sintetico e incisivo. Anche per lui l’incisione è stata un mezzo per approfondire le sue narrazioni complesse e simboliche, ed è diventata un campo di sperimentazione tecnica, dove ha potuto testare nuove modalità di rappresentazione. Senza dimenticare che le stampe gli hanno permesso di superare le difficoltà economiche negli anni Trenta, favorendo la diffusione della sua fama.
Picasso, di cui sono esposti oltre 180 lavori, ha rivoluzionato l’incisione, ben oltre i limiti tradizionali e trasformandola in un’arte autonoma, non subordinata alla pittura. Ha saputo combinare tecniche diverse, puntesecche, acqueforti, linoleografie, litografie e acquetinte, e supporti differenti, come, ad esempio, il linoleum a colori (anni 50 e 60). Ha utilizzato queste tecniche per un approccio narrativo seriale, adattando i principi cubisti all’incisione, semplificando le composizioni, con un uso espressivo della linea incisa per creare effetti di movimento e tensione (vedasi il Minotauro) o per anticipare idee che avrebbe recuperato nelle sue opere pittoriche (come la colomba, simbolo della pace).
Il percorso espositivo di Picasso segue vari argomenti tematici: Ritratti e figura umana, Spagna e tauromachia, Mitologia, Parafrasi e d’apres, Animali, Artista e modella, Nature morte, Eros e nudi.
Possiamo ben affermare che l’incisione ha consentito a Picasso di distillare i principi cubisti in un linguaggio grafico essenziale che ha influenzato tutta l’arte del Ventesimo secolo.