
Specchi, cornici, tende, scale uno scrittoio, e la vergine di Lorena strega o invasata, entra in scena in una tunica marrone e una folta chioma bionda, nonché bellissima, vede un trono e alla vista della spada che impugna svela l’obiettivo della missione divina giuntale dall’alto. Chiede di incontrare il delfino del Re di Francia per aiutarlo nella guerra contro gli inglesi e la Borgogna. Chi sia il delfino non è chiaro: e alla prova i due fidi capitani di Francia, Jean e Gilles mostrano evidenti segni di scarsa credibilità ed ecco tocca a Carlo, effettivamente è lui, parlare con lei, e a fronte della concessione di un esercito, gli viene promessa l’incoronazione di Re di Francia, a Reims. Contro le ritrosie dei due citati capitani ma sospinto in modo favorevole dalla suocera Isabella d’Aragona, la incontra, animato dalla speranza.
Giovanna d’Arco è una contadina, è spinta da un vento che ha incontrato nei boschi e da un voce che con esso le si è palesata: è la voce di Dio per lei, che le da come messaggio di combattere accanto al citato Carlo per rendere liberi Orleans e Parigi. Gilles attento agli obblighi dell’esercito è spogliato di sentimenti, quelli che incontriamo invece nel bastardo Jean D’Aulon. Questi la accompagnerà con devozione e fiducia nella improbabile missione militare. A lui la nostra eroina chiederà un pittore per dipingere uno stendardo, uno che sappia scrivere e leggere per scrivere all’esercito d’Inghilterra: sarà Jean medesimo, e un’armatura per andare in guerra. Ottenuto il difficile beneplacito alla missione dal vescovo Pierre Cauchon, il grande attore Edoardo Sala, parte con l’esercito affidatole dal delfino.
Non è facile per Gilles accettare di prendere ordini da una donna che non ha esperienza militare, non sa usare una spada e ha come unica sua motivazione i messaggi di una voce superiore. E nonostante egli la ostacoli in tutto, con la sua preghiera e il prode appoggio di Jean il bravissimo Valerio Rosati, Giovanna porta in Francia di potere dire che “Orleans è libera” e far si che finalmente Carlo approdi all’agognata incoronazione, in un bellissimo costume rosso a firma Darkside LabTheatre Company, ai piedi della scala da parte del vescovo. La guerra è guerra e la nostra eroina, rasati i capelli, torna in patria con una ferita al fianco e le mani insanguinate. Ma se per Carlo il fine è perseguito per la nostra soldatessa di Dio no: deve ancora liberare Parigi ma gli aiuti sono ormai scarsi ed eccola la taccia di eresia.
Ormai dietro le sbarre sempre inginocchiata, la nostra protagonista, in preghiera ascolta le voci di Dio diventare sataniche ed il grandissimo regista, Matteo Fasanella, visto l’esiguo spazio teatrale a disposizione, dove tutto resta oscuro o “dark” appunto, in un susseguirsi di emozioni e quadri scenici, si fa attore, scendendo in scena da una scala a chiocciola, che si dischiude dietro una tenda, notevole anche in questa veste, ovvero si fa bene o male, e soprattutto Satana per portare Giovanna d’Arco al patibolo per eresia. Ma qui la magia: il fuoco del rogo diventa incenso per la beatitudine dell’eccelsa attrice Virna Zorzan. Bellissima la realizzazione scenica di questo epilogo a cura di Maurizio Marchini per il saluto al pubblico e il meritato applauso. Davvero notevole è il risultato visto il testo impegnativo: un’operazione da sognatori e per sognatori.