
Un finale in grande stile per la Stagione Concertistica degli Amici della Musica domenica 25 aprile alla Pergola con il recital fuori abbonamento del pianista rumeno Radu Lupu, uno dei più grandi interpreti del panorama internazionale.
Brano d’esordio è il ciclo di quattro pezzi pianistici di Leos Janàcek V mlhàch(“Nella nebbia”), poco conosciuti ma molto suggestivi ed enigmatici: riflessivo e calmo il primo, più drammaticamente introverso il secondo, attonito il terzo, appassionatamente espressivo l’ultimo, tutti contribuiscono a dipingere i moti più intimi dell’animo dell’autore.
Segue la celeberrima Sonata n.23 in fa minore, op.57 ( “Appassionata”) di Ludwig van Beethoven, da lui stesso definita “la sua più importante sonata”, legata allo Sturm und Drang dell’anima, teso al sublime in quella costante ricerca del colore timbrico di registri opposti, di contrasti dinamici ed indeterminate risonanze, come nell’Allegro assai. Il secondo movimento mostra un tema con tre variazioni che si infittiscono ritmicamente sempre più, passandosi il tema dal registro più grave a quello più acuto. L’ultimo movimento è infine un incalzante moto perpetuo dove la tensione cresce fino a esplodere nella coda finale.
La sublime Sonata in la maggiore, op.post., D.959 di Franz Schubert, uno dei capolavori dell’estrema maturità, occupa la seconda parte del recital, incantando il pubblico.
Monumentale è la struttura ritmica del primo tema dell’Allegro, mentre il secondo tema introduce l’elemento lirico e cantabile. Il secondo movimento è in forma tripartita e di grande intensità espressiva, soprattutto nell’episodio centrale così violentemente movimentato. Segue uno Scherzo più leggero e danzante. Il finale è un ampio rondò-sonata, fascinosamente inquietante nei sui improvvisi silenzi ed interruzioni del tema ripreso nelle molteplici prospettive dei diversi piani tonali in una ciclicità infinita.
Il grande maestro, che si erge come monumentale sfinge nella sua impassibilità capace di comunicare incredibili emozioni, regala al pubblico un’ultima opera di Brahms, per concludere così un concerto totalmente dedicato ai più profondi e travolgenti moti dell’animo umano restituiti con una dolcezza senza fisima.