Deliziosa serata all’insegna del barocco francese al Teatro Gerolamo in prima recita il 10 maggio e in replica l’11 maggio.
Splendida la cornice: il Teatro Gerolamo, a lungo chiuso al pubblico per i lavori di restauro e ricostruzione, è un vero e proprio gioiello di Milano, che ha ritrovato nuova luce nella stagione di riapertura 2016/2017. Si tratta di una piccola sala da poco più di 200 posti in perfetto stile italiano (tipica forma a ferro di cavallo con platea circondata da ordini di palco e gallerie) dotata di eccellente acustica, raffinate e sobrie decorazioni e sale e salette polifunzionali, a pochissimi passi dal Duomo.
Il luogo ideale per musica da camera, piccole opere, recital e spettacoli da organico ridotto.
L’ensemble laBarocca, sorto in seno all’Orchestra di Milano laVerdi, ne ha fatto la sede di un percorso molto interessante attraverso il barocco musicale dapprima italiano e tedesco e poi francese, nella serata cui abbiamo avuto il piacere di assistere.
Il maestro Ruben Jais, direttore residente del laVerdi e ideatore e fondatore dell’ensemble barocco, ha voluto esporre il sei e settecento musicale francese nella sua variante malinconica e struggente. Nel presentare ed introdurre i brani, con brevissimi e istruttivi interventi, il maestro Jais ha sottolineato l’importanza del carattere “tipicamente francese” che la musica di compositori come Lully e Rameau doveva e voleva assumere secondo le intenzioni dei loro committenti, niente meno che i re di Francia Luigi XIV e Luigi XV.
Jean-Baptiste Lully, nato a Firenze come Giovanni Battista Lulli, è considerato il fondatore dello stile musicale francese. Cresciuto all’ombra del Re Sole ai tempi in cui a corte spopolavano gli italiani (si pensi al ruolo del potente Cardinale Mazzarino) ne divenne presto favorito, fino ad ottenere titoli ed onorificenze uniche nella storia della musica francese. Da Luigi ebbe in carico il monopolio sull’allestimento di spettacoli musicali ed altri privilegi sulla produzione di melodrammi, opere e balletti, che ne determinarono un primato assoluto, e tirannico, su ogni altro compositore. A Lully si deve una produzione colossale in ogni campo della musica e i suoi lavori rappresentarono un impulso straordinario per lo sviluppo dell’opera e del balletto in Francia.
Jean-Philippe Rameau, contemporaneo di Vivaldi, Bach e Handel, è considerato al contempo l’innovatore e il difensore della musica in Francia. La sua carriera si svolse all’oscuro del grande pubblico per molte decine di anni e solo in tarda età riuscì ad allestire la sua prima opera, mentre perlopiù osteggiati restarono i suoi scritti in materia di teoria e filosofia della musica, fondamentali per la concezione moderna della tonalità e degli accordi. Rameau fu strenuo difensore della tragédie lyrique (francese) contro l’opera buffa (italiana) nella cosiddetta querelle des buffons, contrapposto all’amico e rivale Rousseau. Il suo stile compositivo, intimistico e raffinato, focalizzato sull’attenta relazione fra armonia e melodia, può essere considerato la sintesi musicale del Rococò.
Perno della serata le arie tratte dalle opere serie “Armide” di Lully e “Dardanus” e “Castor et Pollux” di Rameau, oltre all’anonima Mes yeux e a Tristes deserts di Marc-Antoine Charpentier, contemporaneo di Lully. A intornarne i testi la bella voce del giovane tenore Cyril Auvity, che ha infiammato il pubblico con la sua interpretazione struggente e delicata. Il timbro fresco e la buona tecnica, nonché evidenti doti espressive, ne fanno un promettente interprete del repertorio barocco e classico.
Entusiasmante anche l’esibizione dell’ensemble laBarocca. L’orchestra di Ruben Jais, di impostazione filologica, interpreta lo spartito con piglio sicuro e deciso e dimostra una sensibilità straordinaria, che solo i piccoli organici sono in grado di trasmettere con tale impatto sul pubblico. La solidità dell’ensemble si palesa ad ogni brano e sono evidenti in ogni passaggio l’affiatamento e l’intesa fra gli strumentisti.
Soirée di sicuro successo per il Teatro Gerolamo, che riempie la sala e fa il pieno di applausi.